L’ultima frontiera dell’allergia ai gatti

28 Settembre 2021|In Gatto|4 Minuti

Sono molte le persone che soffrono a causa dell’allergia provocata da questo piccolo felino, del quale se ne contano circa 7,3 milioni di esemplari nelle famiglie italiane, risultando così più diffuso del cane.
Questo animale da compagnia molto amato fin dall’antichità per alcune persone può essere causa di allergie, scatenate da specifiche molecole sintetizzate dal gatto stesso, ed ora l’ultima frontiera dell’allergia ai gatti ha un nome: Fel d1.

Il Fel d1 rappresenta il principale allergene del gatto
Si tratta di una glicoproteina secreta dalle ghiandole sebacee del gatto, ma anche da quelle salivari, lacrimali ed anali.
Durante l’attività normale di leccamento del folto mantello, il felino si distribuisce l’allergene su tutto il corpo, contaminando di conseguenza l’ambiente casalingo in cui vive attraverso la normale perdita dei peli.Ad oggi non è ancora del tutto nota la funzione fisiologica della proteina Fel d1 nel gatto, ma proteine analoghe, che sono presenti in altri animali, hanno la proprietà di legarsi con gli ormoni sessuali: si pensa quindi che possa esser coinvolto nel trasporto dei feromoni o degli ormoni in genere.

Pertanto, nelle persone allergiche la causa scatenante non è dunque rappresentata dal pelo del gatto, ma in realtà dall’antigene Fel d1 presente sulla sua superficie.
Le ridotte dimensioni molecolari di questo allergene ne facilitano la diffusione attraverso l’aria, che gli permette di depositarsi nell’ambiente o di essere inalato dall’Uomo; la sua capacità di diffondersi è ulteriormente facilitata dal suo potere di aderenza alle superfici domestiche, agli arredi e agli indumenti.
Infine, questo allergene è dotato di grande persistenza nell’ambiente, dove può essere ritrovato anche in assenza dell’animale stesso dopo diverse settimane.

Esistono fattori predisponenti nel gatto?
Sono stati condotti numerosi studi scientifici per appurare possibili correlazioni tra le caratteristiche dei gatti e la produzione della proteina Fel d1.
I risultati hanno escluso la presenza di fattori legati alla conformazione del pelo, ma hanno evidenziato correlazioni significative legate al sesso del gatto. È stato infatti riscontrato che gli esemplari di sesso maschile e quelli interi producono maggior quantità di antigene Fel d1 rispetto alle femmine e ai gatti sterilizzati. D’altra parte, bisogna sfatare il mito che ci siano gatti privi di questo antigene e quindi assolutamente anallergici, perché l’antigene è presente in tutti gli esemplari di gatti in proporzioni variabili. Sebbene esistano delle differenze genetiche e fisiologiche tra le varie razze feline, nessuna è esclusa e può pertanto essere considerata assolutamente priva di potere allergizzante.

La prevalenza nell’Uomo
In base ad una stima globale è emerso che una persona su cinque soffre di questa forma allergica con effetti più o meno gravi e nella quasi totalità dei casi l’allergia è causata proprio dall’antigene Fel d1, pur non essendo il solo visto che ne sono riconosciuti molti altri. I sintomi maggiormente frequenti sono congiuntivite, prurito, rinite fino ad arrivare a forme gravi di asma e anafilassi.

I sviluppi della ricerca
La medicina sta studiato a 360 gradi le possibili azioni delle diverse molecole per il trattamento della sintomatologia nell’Uomo.
Al momento è disponibile l’Immunoterapia Allergene Specifica, che consiste nella somministrazione per un lungo periodo di tempo dell’estratto dell’allergene, stimolando la normale proprietà desensibilizzante del sistema immunitario. Il fine di questa terapia è quindi di ridurre la sintomatologia della malattia ed aumentare contemporaneamente la tolleranza del sistema immunitario nei confronti dell’allergene.
Possibili sviluppi futuri sono la creazione di vaccini sia per l’Uomo che per il gatto per combattere e bloccare l’azione dell’antigene Fel d1, annullandone il potere allergenico.

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