La rinotracheite virale nei gatti

2 Novembre 2015|In Gatto|3 Minuti
rinotracheite virale nei gatti

L’inizio della stagione autunnale è caratterizzato, da giornate ventose e fredde e se abbinate da difese immunitarie ridotte, i classici malanni di stagione busseranno alla porta in men che non si dica ( Raffreddore, febbre o mal di gola) questo vale sia per noi che per i nostri felini che potrebbero soffrire di patologie condizionate. Una delle malattie più frequenti è la rinotracheite virale che colpisce solitamente i gatti che vivono all’aperto ed è sostenuta da un herpesvirus.

La trasmissione del virus

La rinotracheite virale colpisce ogni anno un numero elevato di gatti adulti e cuccioli, la trasmissione naturale di questa malattia avviene per contatto diretto con aerosol di saliva, secrezioni nasali, oculari o fecali provenienti da un un soggetto infetto. E’ possibile che i soggetti predisposti, possano essere contaminati indirettamente anche dalle persone che li curano. La malattia non è contagiosa per l’uomo in quanto l’ospite specifico è il gatto.

I gatti convalescenti possono ospitare il virus per molti mesi ed essere escretori in modo intermittente per tutto questo periodo. Il periodo di incubazione è di 2 – 6 giorni e l’insorgenza si caratterizza per febbre, starnuti frequenti, congiuntivite, rinite e spesso salivazione.

Le cure

In questo caso è opportuno portare il proprio gatto immediatamente dal veterinario di fiducia per un consulto. Questo herpesvirus porta il soggetto a raggiungere una termperatura corporea anche di 40,5°C ed in questa fase sono particolarmente evidenti depressione del sensorio e anoressia. Se la situazione non venisse tenuta nella giusta considerazione, lo scolo nasale ed oculare potrebbe peggiorare diventando così più abbondanti, sviluppando ulcerazioni alla bocca e alla congiuntiva degli occhi.

Normalmente il rischio di morte è basso e l’esito è favorevole, eccezione nei soggetti giovani o anziani. La durata dei sintomi è di 5 – 10 giorni nei casi più lievi e fino a 6 settimane in quelli gravi. Nel caso di decorso lungo della malattia ci potrebbe essere un dimagramento marcato o infezioni batteriche secondarie.

I soggetti più a rischio sono gatti giovani o neonati, che possono acquisire precocemente la malattia dalla propria madre portatrice dell’agente infettivo. Questo scenario è frequente soprattutto nelle colonie feline, dove non c’è separazione tra i soggetti malati e quelli sani, con cui possono entrare facilmente in contatto.

Il trattamento della malattia è prevalentemente di supporto e legato alla riduzione dei sintomi, ma anche gli antibiotici possono essere utili in caso di infezioni batteriche secondarie. È possibile l’utilizzo di decongestionanti nasali e antistaminici, anche se l’utilizzo prolungato può peggiorare la sintomatologia. È preferibile pertanto l’associazione con nebulizzazioni o gocce nasali per rimuovere gli essudati più tenaci.

In ogni caso è disponibile il vaccino che dovrebbe essere somministrato ad intervalli di 3 – 4 settimane fino all’età di 12 settimane, dopodiché è consigliabile la rivaccinazione annuale.

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