Anche cani e gatti possono soffrono di allergie?

21 Aprile 2015|In Cane, Gatto|3 Minuti
allergia

I nostri amici animali, così come l’uomo, possono essere soggetti a forme allergiche dovute all’inalazione di specifici allergeni, che vengono inalati e determinano forme croniche pruriginose, che colpiscono più frequentemente i cani rispetto ai gatti.Anche cani e gatti possono soffrono di allergie? La malattia conosciuta come dermatite atopica, ha come bersaglio principale la cute, sebbene anche la rinite e l’asma si possono evidenziare in alcuni casi.

Da cosa può esser provocata l’allergia in cani e gatti?

La dermatite è spesso provocata dall’inalazione di allergeni ambientali (polline, muffe, detriti epidermici, sostanze alimentari) verso i quali gli animali si sono precedentemente sensibilizzati, essendo stati assorbiti attraverso la cute e dal tratto gastro-intestinale.

Tra i cani è riconosciuta una predisposizione genetica, che rende la barriera cutanea maggiormente permeabile agli allergeni. Vengono così in contatto più facilmente con il sistema immunitario, sensibilizzando l’animale a sostanze comunemente presenti nell’ambiente. Nei soggetti sani non creano nessun problema. Le razze maggiormente interessate sono Shar-pei, Wirehaired Fox Terrier, Golden Retriever, West Highland White Terrier, Scottish Terrier ed il Labrador Retriever.

La reazione allergica segue un meccanismo di ipersensibilità di tipo I. Sono coinvolte le immunoglobuline di tipo E (IgE) allergeno-specifiche. Quando queste IgE, fissate sulla superficie di specifiche cellule del sistema immunitario (i mastociti), vengono in contatto con l’allergene specifico, provocano il rilascio da parte dei mastociti presenti nella cute, di sostanze che causano l’infiammazione ed il prurito.

Segni caratterizzanti

Il prurito è il segno caratteristico e le aree più colpite sono zampe, faccia, orecchie, ascelle e addome. Queste zone sono prive di pelo con eccessiva sudorazione. Le lesioni si formano secondariamente a causa dei danni che gli stessi animali si infliggono. Mordendosi le estremità delle zampe e le ascelle per l’intenso prurito che si genera, e si aggravano con il leccamento ed il continuo grattarsi.

Generalmente i sintomi cominciano a manifestarsi in base alla stagionalità all’inizio della primavera, proseguendo durante l’estate per migliorare durante la stagione fredda. Tuttavia per identificare correttamente l’allergia inalatoria è indispensabile la visita da parte di un veterinario, per escludere altre patologie quali l’allergia alimentare, da pulci e da contatto, oltre che le dermatiti causate da parassiti, batteri o funghi.

Esistono tre opzioni terapeutiche per l’allergia

  • La prima è l’identificazione e l’eliminazione dell’allergene responsabile.
  • La seconda è la somministrazione di farmaci antinfiammatori ed antistaminici per controllare i sintomi.
  • La terza è l’immunoterapia iposensibilizzante, che mira a incrementare la capacità dell’animale e tollerare esposizioni all’allergene inalante senza che si sviluppino segni clinici.

Molto spesso risulta essere più efficace un approccio multi-modale, basato sull’associazione della terapia farmacologica con bagni emollienti lenitivi, per controllare le infezioni batteriche secondarie, e con la terapia alimentare con acidi grassi essenziali, che riducono significativamente le dosi di farmaci necessarie per la gestione del prurito.

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